Le tue email di marketing non raggiungono la casella di posta dei tuoi clienti? Hai paura che le tue email finiranno in spam dopo le novità introdotte da Gmail e Yahoo? Se hai risposto sì a una di queste due domande, o a entrambe, non preoccuparti! In questo articolo, troverai tutti i consigli e le buone pratiche da implementare per continuare a fare email marketing senza finire in spam.
Evitare che le tue email finiscano in spam vuol dire automaticamente migliorare il tasso di apertura e click per le tue campagne di email marketing.
Quindi, senza ulteriori indugi, ecco i 12 consigli per evitare che tutte, o alcune, delle tue email di marketing finiscano in spam. Spoiler alert! La maggior parte dei problemi sono risolvibili semplicemente utilizzando al meglio i software di email marketing a disposizione!
Novità: Gmail e Yahoo! Hanno annunciato importanti modifiche ai requisiti di autenticazione email e alle politiche di prevenzione dello spam.
Questi cambiamenti sono entrati in vigore a febbraio 2024. Uno dei cambiamenti è il requisito che i mittenti massivi (più di 5.000 messaggi agli indirizzi Gmail in un giorno, per Google) inizino a utilizzare domini personalizzati per le loro campagne email.
Altre modifiche sono ad esempio assicurare una facile cancellazione con un solo click e onorare le richieste di cancellazione entro due giorni o mantenere i reclami per spam al di sotto dello 0,3%.
Vale la pena notare che queste modifiche erano già parte delle buone pratiche per migliorare la deliverability delle email e ridurre il numero di email che finisce in spam. L’unica differenza è che ora sono diventate un obbligo.
Qui per approfondire > Cambiamenti nell’autenticazione di Gmail e Yahoo: Tutto quello che devi sapere
1. Assicurati di avere il consenso per contattare i destinatari
Sebbene l’email marketing sia sempre stato basato su autorizzazioni, le normative e la definizione di “consenso” spesso variano da Paese a Paese.
Normative come il regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE (GDPR), la legislazione antispam canadese (CASL) e il California Consumer Privacy Act (CCPA) sono diventate più severe riguardo al modo in cui gli operatori di marketing via email devono gestire le informazioni personali dei clienti. Non è sufficiente offrire un’opzione di “opt-out” per continuare a inviare email! Anzi, prima di iniziare a inviare le tue campagne, dovresti sempre assicurarti di avere il permesso per farlo. Se trascuri questo aspetto, non solo rischi che le tue email vadano in spam, ma potresti anche essere passibile di una multa.
Se stai partendo adesso con l’email marketing, sappi che esistono moltissimi metodi per creare in maniera lecita e valida nuovi elenchi di posta elettronica. Se invece non sei sicuro che sia lecito contattare alcune delle persone già presenti nel tuo database, valuta la possibilità di avviare una campagna di riconferma. Inviando un’email che chiederà esplicitamente al tuo pubblico se desidera rimanere nella tua lista, puoi accertarti che solo coloro che sono ancora interessati alla tua offerta rimarranno.
Se pensi che la gestione del consenso sia impegnativa, prova a utilizzare i campi di gestione del consenso di GetResponse. Questi ti aiuteranno ad archiviare, gestire e visualizzare facilmente tutti i consensi che i tuoi contatti ti hanno dato. Ecco un esempio di ciò che vedrai quando uno dei tuoi contatti ti dà il suo consenso, ad esempio iscrivendosi tramite una landing page.
2. Comportati in modo trasparente con i tuoi iscritti
La trasparenza è fondamentale, soprattutto quando si tratta di costruire la propria base di clienti.
Quando compilano il modulo di registrazione, gli utenti dovrebbero essere pienamente consapevoli del tipo di comunicazione che riceveranno in futuro. Non è lecito pubblicizzare un servizio e inviare poi email dedicate ad altro. Oppure, raccogliere email per annunciare i vincitori di un concorso a premi e poi utilizzare il database per comunicazioni di marketing.
Sii chiarissimo su ciò di cui parlerai nelle tue email e mantieni la promessa. Quando lo fai, vedrai che i tassi di annullamento dell’iscrizione e di reclamo diminuiranno. E la tua reputazione come azienda migliorerà.
Ad esempio, ecco cosa vede un contatto quando fa click sul collegamento per annullare l’iscrizione in una delle email inviate dal team di marketing di GetResponse. Ci sono tutte le informazioni essenziali relative alla loro iscrizione. Ciò include la data della loro iscrizione, il nome e la descrizione della lista a cui si sono iscritti.
3. Scegli un dominio email personalizzato
Spesso, quando si muovono i primi passi nell’email marketing, si fa leva su domini di posta gratuiti come Gmail o Outlook per inviare le proprie newsletter. Sebbene non sia illegale, non consigliamo questo approccio.
Molti fornitori di caselle di posta rifiutano in blocco provenienti da domini freemail come Yahoo!, AOL, Gmail o Mail.ru. Gli ISP preferiscono ricevere messaggi provenienti da domini che sono stati registrati da un singolo mittente, che possono rintracciare e di cui possono valutare la reputazione.
Tra l’altro, se invii email massive non potrai più farlo con un dominio gratuito da febbraio 2024.
Naturalmente per i domini Freemail non è possibile risalire al singolo mittente, il che potrebbe spiegare perché spesso vengono abusati da truffatori e persone che vogliono inviare deliberatamente spam.
Cosa dovresti fare invece? Impostare un dominio personalizzato o creare un sottodominio sotto il tuo dominio esistente e utilizzarlo per le tue campagne email. A tal proposito, abbiamo scritto una guida che potrebbe fare per te > Email con dominio personalizzato: come crearla e quanto costa
Questo non vuol dire che cambiare l’indirizzo del mittente cambierà le cose per te all’istante. Il tuo indirizzo di provenienza si costruirà lentamente una propria reputazione; quindi, è meglio aumentare gradualmente i volumi di invio piuttosto che lanciarsi subito in una grande esplosione di email.
4. Scegli il software di email marketing giusto
Il software di email marketing non è solo la tecnologia che ti consente di creare e di inviare email e newsletter a migliaia, o addirittura centinaia di migliaia di destinatari, in pochi minuti. Svolge un ruolo importante soprattutto nel far recapitare con successo le tue email alle caselle di posta principale dei tuoi iscritti.
Nel nostro caso, il software di email marketing di GetResponse ha tutto ciò che ti serve per non far finire le tue email in spam: è in grado di gestire la tua reputazione IP, elaborare le email respinte, le richieste di annullamento di iscrizione e i reclami per spam. Inoltre, puoi configurare i cosiddetti feedback loop (un ciclo di feedback è uno strumento che i provider utilizzano per indicare ai fornitori di servizi email (come GetResponse) quali contatti hanno contrassegnato i messaggi come spam). Tutte pratiche fondamentali per aumentare la tua email deliverability.
Grazie a tutte queste attività, puoi comprendere quando un indirizzo email non è più attivo, è scritto in modo errato o quando il destinatario vuole annullare l’iscrizione. Questi indirizzi vengono rimossi direttamente dalla lista contatti, in modo che la consegna non venga influenzata e non ti ritrovi pagare un extra per contatti che non esistono o comunque non hanno alcun valore per la tua attività (anzi, potrebbero rappresentare un rischio!)
Oltre a ciò, con GetResponse puoi controllare che non ci siano problemi durante l’importazione dei contatti, assegnare automaticamente punteggi di coinvolgimento ai tuoi contatti per semplificare le campagne di re-engagement, nonché configurare facilmente la DKIM se utilizzi un dominio personalizzato.
GetResponse, collabora inoltre con vari ISP e organizzazioni antispam, come Messaging, Malware e Mobile Anti-Abuse Working Group (M3AAWG), Email Experience Council (EEC), Certified Senders Alliance (CSA) ed Email Service Provider Coalition (ESPC)), per imparare gli uni dagli altri come proteggere meglio i sistemi e combattere spammer e phisher.
Come riassumere quanto detto in questo paragrafo? I clienti che utilizzano GetResponse come piattaforma di email marketing non devono preoccuparsi dei filtri antispam.
Se proprio non sei convinto di GetResponse, ecco a te qualche guida “all’acquisto”:
5. Rendi semplice la disiscrizione
Uno dei motivi principali per cui gli iscritti a una newsletter segnalano le email come spam è che non riescono a disiscriversi in modo semplice e rapido. Come abbiamo visto, tra le novità di Gmail e Yahoo! previste per febbraio 2024 c’è proprio l’obbligo a rendere semplice la disiscrizione!
Se qualcuno non vuole ricevere più comunicazioni di marketing da un particolare mittente, l’ultima cosa che vuole fare è dedicare ancor più tempo alla ricerca di un modo per annullare l’iscrizione.
Nel momento in cui trovano difficoltà o perdono fiducia nel fatto che la loro richiesta venga elaborata con successo, segnalano il messaggio come spam o lo spostano manualmente nella loro casella di spam. In entrambi i casi, il marketer è in perdita.
Ecco alcune pratiche da evitare:
- “seppellire” il link di annullamento dell’iscrizione sotto la parte principale del piè di pagina (ad esempio, aggiungendo righe vuote sopra);
- nascondere il link per annullare l’iscrizione (ad esempio modificando il testo o scrivendo con un colore difficile da leggere),
- richiedere un contatto diretto dal destinatario per annullare l’iscrizione dalla newsletter;
- obbligare il destinatario ad accedere a un sito web dedicato o fargli modificare le sue preferenze di posta;
- impiegare un tempo irragionevolmente lungo per elaborare le richieste di annullamento dell’iscrizione degli utenti.
Aggiungere questi ostacoli rende semplicemente più probabile che le tue email vengano contrassegnate come spam e vengono valutate negativamente dai filtri antispam dei provider di servizi Internet (ISP). Al contrario, suggeriamo di spostare il link di annullamento dell’iscrizione nel preheader per eventuali utenti più propensi a segnalare come spam le email. Fai anche attenzione all’area geografica, i nostri studi – come l’ultimo rapporto sullo stato dell’Email Marketing in Italia – sottolineano che alcune culture tendono a segnalare più spesso i messaggi come spam.
Ricorda: è meglio avere più persone che annullano l’iscrizione alla tua lista piuttosto che far sì che segnalino i tuoi messaggi come spam.
6. Invia le tue email con una frequenza ragionevole
Invii email troppo spesso? I destinatari si stancano e iniziano a ignorare le tue email. Smettono di interagire con la tua comunicazione e, per questo motivo, gli ISP come Gmail o Outlook spostano le tue newsletter nella cartella della posta indesiderata.
Invii un’email ogni due mesi circa? Le persone non si ricordano di te e ignorano deliberatamente le tue email (forse addirittura le contrassegnano come spam). Oppure ne perdono accidentalmente una o due e perdono la possibilità di vedere i tuoi contenuti per diversi mesi consecutivi.
Nessuna di queste opzioni è positiva per evitare di finire nello spam!
Il secondo caso è problematico anche per un altro motivo. Se disponi di una grande mailing list che contatti solo ogni due mesi, gli ISP potrebbero essere condizionati dalle improvvise esplosioni di email. Tali picchi di attività potrebbero causare blocchi temporanei, frequenze di rimbalzo più elevate e un maggior numero di email che finiscono nella cartella della posta indesiderata.
Il suggerimento, dunque, è impostare la giusta frequenza email andando a giovare anche sui KPI chiave dell’email marketing, come il numero totale di conversioni, le percentuali di annullamento dell’iscrizione e le frequenze di rimbalzo. Una volta decisa la frequenza di invio delle tue newsletter, assicurati di comunicarla al tuo pubblico, ad esempio nel modulo di iscrizione o nell’email di benvenuto.
Qual è la giusta frequenza settimanale di invio delle email? I dati in questa tabella dovrebbero aiutarti a trovare la risposta giusta. Provengono dalla nostra ricerca sui trend dell’email marketing in Italia.
# di email | Tasso di apertura | Tasso di click | Click su aperture | Tasso di disiscrizione | Rimbalzi |
---|---|---|---|---|---|
1 | 42.12% | 3.82% | 9.07% | 0.20% | 2.25% |
2 | 37.43% | 2.45% | 6.53% | 0.16% | 2.16% |
3 | 35.43% | 1.96% | 5.52% | 0.14% | 1.95% |
4 | 27.04% | 0.88% | 3.26% | 0.10% | 1.58% |
5 | 31.36% | 1.50% | 4.78% | 0.12% | 2.62% |
6 | 32.95% | 2.13% | 6.46% | 0.12% | 2.21% |
7 | 31.51% | 1.79% | 5.68% | 0.13% | 2.41% |
8 | 29.26% | 1.50% | 5.13% | 0.10% | 2.72% |
9 | 31.52% | 1.56% | 4.94% | 0.12% | 2.91% |
10 | 28.37% | 1.04% | 3.65% | 0.10% | 2.97% |
11 | 32.46% | 1.31% | 4.03% | 0.12% | 4.55% |
12 | 34.43% | 2.78% | 8.07% | 0.10% | 2.59% |
13 | 24.96% | 1.37% | 5.48% | 0.07% | 2.01% |
14 | 20.47% | 0.43% | 2.09% | 0.05% | 2.66% |
15 | 19.59% | 0.23% | 1.15% | 0.03% | 0.84% |
16+ | 24.59% | 1.87% | 7.61% | 0.05% | 0.79% |
Se desideri aumentare la frequenza delle tue email senza allertare i filtri antispam, inizia contattando prima gli iscritti più coinvolti. Utilizza dunque elenchi di soppressione ed escludi i segmenti che hanno meno probabilità di rispondere alle tue campagne email.
7. Lavora sull’igiene della tua mailing list
Parlare di “igiene” in ambito email marketing può sembrare una metafora divertente, ma in realtà questo processo può avere un impatto enorme sulla consegna delle tue email e sul mantenere i tuoi messaggi fuori dallo spam.
Mantenere l’igiene delle tue mailing list significa identificare gli iscritti più coinvolti, valutare il coinvolgimento di coloro che non hanno più risposto e l’eliminazione di coloro che non hanno alcun valore per l’azienda.
Quali sono gli iscritti che non hanno alcun valore commerciale? Non solo coloro che non interagiscono più con le tue comunicazioni, che fanno click sul pulsante Annulla iscrizione o contrassegnano le tue email come spam. Potrebbero essere anche coloro che hanno fornito account di posta elettronica errati o falsi o coloro che hanno abbandonato la propria casella di posta.
Quali altri suggerimenti possono portarti ad avere una lista più pulita? Assicurarti che l’intero processo di creazione della lista sia impeccabile. Che i tuoi dati vengano raccolti e trasferiti al tuo software di email marketing in modo corretto e, idealmente, che utilizzi anche il double opt-in.
Ti consigliamo anche di prendere l’abitudine di condurre campagne di re-engagement. Tramite queste campagne, sarai in grado di riconquistare i clienti che sono ancora interessati ai tuoi prodotti (quelli che avevano solo bisogno di una piccola spinta) e separare quelli che dovrebbero essere rimossi o riattivati attraverso un altro canale.
GetResponse include modelli di marketing automation già pronti che puoi utilizzare per realizzare tale campagne. Inoltre, il tool identifica automaticamente gli iscritti che non partecipano alla tua comunicazione e assegna loro un punteggio di coinvolgimento da 1 a 5.
Ecco come appare uno di questi modelli:
“List Hygiene” è proprio il nome di una funzione di GetResponse che dà la possibilità di rimuovere e bloccare i contatti dagli elenchi. Sempre tramite GetResponse, se le campagne di re-engagement non funzionano, puoi provare a utilizzare il retargeting, attraverso un altro canale di marketing come ad esempio Facebook Ads, perfettamente integrabile nel tool.
Tieni presente che non esiste una regola fissa su quando il contatto deve essere identificato come inattivo. Ogni azienda deve sviluppare la propria cosiddetta “Sunset Policy” poiché è in gran parte influenzata dal ciclo di vendita e dalla frequenza delle email. Nell’e-commerce, ad esempio, alcuni destinatari rimangono inattivi per gran parte dell’anno, ma controllano le loro email per codici sconto e informazioni sulle promozioni durante le festività natalizie.
8. Non esagerare con le immagini
L’email marketing è leggermente diverso dagli altri canali di marketing. Sebbene le immagini giochino un ruolo importante, non possono dominare le tue newsletter.
In molto, anche i più esperti, commettono questo errore: riempiono le loro email con immagini per renderle più accattivanti e dedicano meno tempo a creare il testo di vendita. Questa può sembrare una buona strategia: dopo tutto, alla gente piacciono le immagini. Ma ci sono due problemi con questo approccio.
Il primo è che consumatori che utilizzano i lettori di schermo (screen reader) potrebbero avere difficoltà a leggere i tuoi contenuti. Inoltre, molti client di posta elettronica tendono a bloccare automaticamente le immagini. In tal modo, i messaggi con tante immagini rischiano al contrario di diventare poco attraenti. Qui è come potrebbe apparire la tua email se composta di sole immagini.
In secondo luogo, le immagini rendono le email pesanti e gli ISP desiderano elaborare il maggior numero possibile di email. Sovraccaricando le tue newsletter con le immagini, renderesti questo processo più difficile e dispendioso in termini di risorse. E per questo motivo, potrebbero scegliere di filtrare i tuoi messaggi in modo meno favorevole e inserirli nella cartella spam o addirittura respingerli.
Ciò non vuol dire che tutte le email che contengono immagini pesanti finiranno nello spam, ma per evitarlo bisogna lavorare di fino!
Oltre al peso delle email, gli ISP tengono conto anche della quantità di testo visibile nelle tue newsletter. Controllano di fatto il rapporto testo-immagine per valutare la qualità del tuo messaggio. Questo perché molti spammer vogliono evitare i filtri dei contenuti basati su testo e inseriscono al contrario molte immagini.
In generale, quindi, più testo o maggiore è il suo rapporto rispetto alle immagini, meglio è.
Inoltre, gli ISP confrontano anche le versioni HTML e di testo delle tue email. Questi devono corrispondere, altrimenti il messaggio sembrerà a dir poco sospetto.
Naturalmente, questo non significa che le tue email debbano essere solo testo. La parola chiave è equilibrio. Un modo per aumentare il rapporto testo-immagine è aggiungere più testo nel piè di pagina. Lì potresti spiegare perché i tuoi iscritti ricevono l’email, da chi viene inviata e come è possibile gestire le proprie preferenze di posta o annullare l’iscrizione. Oppure potresti aggiungere testo all’introduzione via email e alle descrizioni dei prodotti. Lo stesso vale per la creazione di pulsanti di invito all’azione (CTA), che potrebbero essere codificati e stilizzati in modo che non sembrino molto diversi da quelli che creerebbe il tuo designer.
D’altra parte, però, fai attenzione a non esagerare. I principali provider di cassette postali tendono a troncare email troppo lunghe, aggiungendo il collegamento “Visualizza intero messaggio”. Questo ulteriore click non avrà effetti sui filtri antispam ma potrebbe rendere più complessa la user experience per chi legge.
Come creare una newsletter o un’email perfetta? Per saperne di più sul modo corretto di progettare una email, ti consiglio di leggere la nostra guida completa all’email design.
9. Evita link a siti web sospetti
Quando gli ISP e i loro filtri antispam analizzano il contenuto della tua email, esaminano anche i tuoi collegamenti. Se stai cercando di evitare che le tue campagne di email marketing finiscano in spam, ecco cosa NON inserire:
- collegamenti a siti web con domini che hanno una bassa reputazione;
- collegamenti che reindirizzano gli utenti più volte;
- abbreviatori di link sospetti;
- rapporto ridotto testo-link;
- collegarsi a troppi domini diversi.
Nel complesso, dovresti controllare i siti web a cui ti stai collegando e quanti collegamenti ci sono nella tua email in generale. Ancora una volta, maggiore è il rapporto testo-link, meglio è.
Per quanto riguarda il numero di domini a cui ti stai collegando, dovresti cercare il cosiddetto allineamento dei domini. In altre parole, nel mondo ideale, i domini utilizzati nell’indirizzo del mittente, nel dominio di posta e all’interno del contenuto della posta elettronica dovrebbero corrispondere tutti.
Strumenti di controllo preventivo, come ad esempio lo strumento Spam Check integrato nel newsletter creator di GetResponse, possono aiutarti a verificare con un solo click se la tua email avrà problemi antispam. Un altro consiglio è aggiungere sempre la versione in testo semplice del tuo messaggio al tuo template. In GetResponse questa viene aggiunta in automatico, permette di ridurre il rischio spam e offre anche un’alternativa a chi volesse leggere le email non in versione HTML.
10. Vietato giocare sporco
Alcuni sedicenti “esperti” di email marketing farebbero di tutto per aumentare i tassi di apertura delle loro email e avere la possibilità di ricevere un click in più sui.
Ciò di cui spesso non si rendono conto, tuttavia, è che le loro tattiche hanno un impatto negativo a lungo termine sull’intera strategia di email marketing.
Di che tipo di tattiche stiamo parlando? Ad esempio, aggiungere frasi come “Re:” o “Fwd:” alle righe dell’oggetto. L’aggiunta di questi elementi ha lo scopo di indurre gli iscritti a pensare che la tua email di marketing sia solo un normale messaggio che riceverebbero da un amico o collega.
Naturalmente, le newsletter e altre comunicazioni di marketing non funzionano in questo modo. Sebbene includano la personalizzazione o un nome amichevole, non hanno lo scopo di indurre le persone a pensare che vengano inviati da una singola persona in risposta alla loro email precedente.
11. Coinvolgi i tuoi lead e contatti
I filtri antispam controllano quanto i tuoi iscritti siano coinvolti dalle tue comunicazioni.
Più i tuoi destinatari interagiscono con i tuoi contenuti, maggiori saranno le tue possibilità di arrivare nella posta in arrivo. È vero anche il contrario. Quanto più bassi sono i tassi di coinvolgimento, tanto più dovresti prestare attenzione al modo in cui gestisci le tue campagne mail. È necessario fare uno sforzo extra affinché le tue email vengano consegnate con successo. Se noti che i tuoi parametri medi di email marketing sono inferiori ai benchmark del settore, dovresti correre ai ripari.
Prima di tutto, concentrati sul miglioramento dell’igiene della tua mailing list. Come abbiamo discusso al punto 7, è fondamentale mantenere l’elenco pulito da indirizzi email errati o inattivi. Ecco perché dovresti condurre regolarmente campagne di re-engagement che riattivino e separino i destinatari inattivi dai tuoi lettori più fedeli.
Un secondo consiglio è avviare attività di lead nurturing. Invece di inserire i tuoi nuovi iscritti nello stesso flusso di comunicazione che ricevono tutti gli altri, dovresti trattarli in un modo speciale. Progettando una campagna di autoresponder, puoi trasformare i tuoi nuovi contatti da completi sconosciuti a consumatori attivi, un messaggio alla volta.
Gran parte delle tue campagne di lead nurturing saranno email di benvenuto. Queste email sono ottime per fare una buona prima impressione e sono anche un canale di gran valore in termini di consegna. Raggiungono una media del 63,91% di tassi di apertura e del 14,34% di CTR e possono aiutarti ad abituare i tuoi clienti a controllare le tue email nella loro casella di posta. Puoi anche utilizzare le email di benvenuto per chiedere ai tuoi destinatari di aggiungerti al loro elenco di mittenti sicuri.
Con GetResponse, potresti impostare un email autoresponder e un workflow di marketing automation che verrà inviato subito dopo che un nuovo contatto si è aggiunto alla tua lista.
Ecco come appare:
12. Segmenta il tuo pubblico
Ultimo consiglio, ma non per importanza: assicurati di segmentare il tuo pubblico per tutte le principali campagne. Invece di inviare email a tutti coloro che sono presenti nel tuo elenco, scegli i segmenti di clienti che hanno maggiori probabilità di essere interessati alla tua offerta.
Potresti basare la segmentazione sugli attributi che i clienti hanno fornito al momento dell’iscrizione alla tua lista o osservare il loro comportamento passato e identificare solo coloro che sono realmente coinvolti nella tua comunicazione. Scegliendo un approccio più mirato probabilmente vedrai tassi di engagement più elevati e non dovrai più preoccuparti di finire in spam.
Come accennato in precedenza, GetResponse valuta l’attività dei tuoi iscritti, assegnando loro automaticamente diversi punteggi di coinvolgimento.
In sintesi: come fare email marketing senza spam?
Pensi ancora che basti evitare le cosiddette parole che attivano lo spam, come “acquista ora” o “gratis”, per evitare il rischio che le tue newsletter finiscano in spam? I filtri antispam si sono evoluti e lo abbiamo imparato in questo articolo.
In sintesi, come evitare lo spam oggi? Potendo sintetizzare quanto descritto in questo articolo: utilizzare un elenco di invio di alta qualità, costantemente ripulito e i cui abbonati hanno chiaramente aderito alla ricezione dei messaggi. Inoltre, inserire buoni contenuti nei messaggi, con un targeting preciso e una solida tecnologia di autenticazione email (ad esempio SPF, DKIM, DMARC).
Come abbiamo visto, ci sono poi altri punti da evitare, su cui i filtri antispam stannoinsistendo sempre di più:
- che il messaggio somigli a truffe di phishing attuali o già note;
- un rapporto eccessivo immagine-testo;
- la presenza di codice errato o sospetto;
- la presenza di blocchi di testo, invisibili ai destinatari, che vengono utilizzati nella struttura stessa della posta nel tentativo di ingannare i filtri;
- la presenza di collegamenti a siti web sospetti.
Se riesci a rispettare questi 12 consigli dovresti migliorare molto nella deliverability delle tue email e, di conseguenza, ridurre al minimo il rischio di finire in spam. Se non fosse così, considera che potresti avere un problema di reputazione, associata al tuo IP di posta. Ci vorrà qualche mese per invertire la rotta.
Se invece stai pensando di utilizzare un indirizzo IP dedicato per inviare le tue campagne, cerca un fornitore di servizi di email marketing che offra supporto completo. GetResponse, come visto, offre tutte funzionalità utili a mettere in pratica i nostri consigli.
Al di là della tecnica però, la pietra miliare è sempre una sola: aumentare il coinvolgimento dei tuoi iscritti alle email. Uno dei modi migliori per farlo è scrivere contenuti utili, ben fatti e mirati. Fai leva però anche sull’automazione. Una marketing automation ben costruita permetterà di inviare email in risposta alle azioni e alle preferenze dei destinatari, generando tassi di apertura e di click superiori alla media e riducendo quindi il rischio spam.