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GUIDA ESSENZIALE ALLA MARKETING AUTOMATION PER E-COMMERCE

Scopri come utilizzare la tecnologia per promuovere e misurare le tue strategie e le tue campagne, battere i tuoi competitor, capire meglio i tuoi clienti e aumentare le vendite.

LO STATO ATTUALE DELL’E-COMMERCE

Il numero di acquirenti digitali è in costante crescita e sembra piuttosto improbabile che tale crescita rallenti nei prossimi anni. In base a quanto riportato su Statista.com (novembre 2021), la percentuale globale di utenti di Internet che ha acquistato prodotti online nel 2020 è stata del 63%, con un incremento del +17% rispetto al 2019.

Tuttavia, la crescita del settore degli acquisti online non riguarda solo gli acquirenti. Grazie ai servizi di hosting per e-commerce come Shopify, Magento, Prestashop e Bigcommerce, praticamente chiunque può aprire un negozio online in pochi clic, come vediamo ogni singolo giorno.

Per mantenere la propria posizione sul mercato nonostante la concorrenza in costante crescita, le aziende non devono smettere mai di cercare le strategie più efficaci per convertire i visitatori in acquirenti. Una di queste strategie, sempre più in auge negli ultimi anni, è la marketing automation.

Se:

  • Hai un’e-commerce e vuoi aumentare il tuo ROI
  • Stai pensando di lanciare un e-commerce e vuoi partire con il piede giusto
  • Ti interessa la marketing automation come metodo efficace per aumentare le vendite e promuovere la fedeltà al marchio

…questa è la guida giusta per te!

PERCHÉ USARE LA MARKETING AUTOMATION NELL’E-COMMERCE

Gli obiettivi a lungo termine della maggior parte delle aziende, che si tratti o meno di e-commerce, sono sostanzialmente simili. Tutte vogliono aumentare le proprie vendite, ampliare la propria clientela, diventare più redditizie e trattenere più clienti.

Ci sono molti modi per raggiungere questi obiettivi, tra cui l’uso dei social media, l’email marketing, il marketing via SMS, le campagne PPC e altri ancora. Ma se tutto questo fosse facile, non ci sarebbe bisogno di guide, whitepaper o tutorial, come questo documento.

La difficoltà non risiede nel trovare gli strumenti giusti, ma nel farli funzionare insieme. È qui che entra in gioco la marketing automation.

La marketing automation ti consente di sincronizzare tutti i tuoi canali di marketing e far sì che, congiuntamente, ti aiutino ad avvicinarti sempre di più ai tuoi obiettivi aziendali. Inoltre, ti consente di:

  • Creare brand awareness
  • Coinvolgere il tuo pubblico e generare la brand loyalty
  • Istituire un tipo di comunicazione più personale e significativa
  • Conoscere le esigenze e i comportamenti dei tuoi clienti
  • Aumentare il tuo tasso di conversione

La marketing automation è versatile e si adatta facilmente alle tue esigenze aziendali. Che il tuo obiettivo sia eseguire delle campagne semplici o preparare dei flussi di lavoro più complessi, la marketing automation cresce con te, dandoti gli strumenti giusti per raggiungere esattamente quello che vuoi.

Scopriamo insieme quali soluzioni di marketing automation può utilizzare un e-commerce come il tuo (o come quello che stai per lanciare!).

QUANDO USARE LA MARKETING AUTOMATION NELL’E-COMMERCE

L’ONBOARDING DEI NUOVI CLIENTI

Qual è il fattore determinante per far sì che i tuoi clienti decidano di effettuare un acquisto e continuino ad essere tuoi clienti nel lungo periodo? È il modo in cui li tratti all’inizio del vostro rapporto, quando sono maggiormente interessati e coinvolti nell’interazione con il tuo brand. Le tue azioni, in quel momento, possono creare o distruggere a priori la vostra relazione venditore-cliente e, di conseguenza, i tuoi guadagni futuri.

E non ci riferiamo solo a quanto spenderanno per acquistare da te. Il quadro è molto più ampio. Se non riesci a convincerli immediatamente, non solo con i tuoi prodotti, ma anche con la storia che c’è dietro al tuo brand, potresti non avere una seconda chance.

Per questo devi venderti bene sin dall’inizio.

Durante l’onboarding dei nuovi clienti, devi dar loro il benvenuto e mostrare quello che offri, come farebbe un padrone di casa che ti ha invitato a cena. Guidali nella loro visita. Mostra loro dove sono gli altri ospiti. Fai le presentazioni. Indica dove si trova il buffet e dove sono i bagni.

È questo l’onboarding dei clienti, cambia solo lo spazio virtuale. Nel settore e-commerce, hai bisogno di campagne e-mail automatizzate che arrivino ai nuovi utenti in momenti specifici o in risposta alle loro azioni.

Le campagne di onboarding automatizzate ti consentono di:

  • Presentare ai nuovi utenti il brand e la sua storia (com’è stato fondato, ad esempio).
  • Spiegare come funziona il tuo negozio (costi e tempi di consegna, politica sui resi, orari dell’assistenza clienti, ecc.).
  • Guidarli verso i link più importanti del tuo sito (come i moduli per il reso dei prodotti).
  • Mostrare loro come contattare il team di assistenza clienti.
  • Evidenziare i prodotti più popolari o le categorie di prodotti.
  • Ricompensare i nuovi iscritti con un coupon promozionale o un codice sconto.
  • Raccogliere maggiori informazioni sugli iscritti tramite sondaggi o in base al loro comportamento.

Queste sono solo alcune delle idee che puoi utilizzare per i tuoi messaggi di onboarding, ma ce ne sono molte altre! Potresti lasciare un link al tuo blog o ai tuoi profili sui social media o ricordare agli utenti la data di scadenza del codice sconto che hai inviato. Qualunque cosa ti venga in mente, provala!

Inoltre, valuta la possibilità di suddividere il tuo processo di onboarding in vari messaggi diversi da inviare a distanza di pochi giorni. Può aiutare gli iscritti a ricordarsi del tuo brand, tornare sul tuo sito e abituarsi alla frequenza con cui comunicherai con loro.

Non pensare all’onboarding solo come metodo per agevolare la prima vendita, per quanto essenziale questa sia, come già abbiamo detto. Pensa a questo processo come il miglior momento per familiarizzare con le loro preferenze ed esigenze. Osserva quali offerte e messaggi aprono e su quali parti del tuo sito web cliccano. Quindi pianifica la tua comunicazione di conseguenza, per costruire una relazione forte e duratura.

Di seguito ti mostriamo tre esempi di processo di onboarding di vari brand diversi.

Esempi di e-mail


Immagine 1 – Esempio di e-mail di benvenuto di Dropbox con riferimenti ai vantaggi principali del loro servizio

Immagine 2 – E-mail di benvenuto di Shopify con riferimenti a link e informazioni importanti

Immagine 3 – E-mail di benvenuto di Adidas contenente un codice sconto e i link alle categorie dei prodotti uomo, donna e bambino più venduti.

COMUNICAZIONE POST-VENDITA

Gli e-commerce di successo non perdono tempo con il marketing transazionale, ma danno priorità ai rapporti umani: fanno innamorare le persone dei loro prodotti e dei loro brand.

A nessun marketer piacerebbe l’idea di sforzarsi a trovare i lead perfetti, farli interessare all’offerta, convincerli che sia la scelta giusta e poi lasciarli andare dopo la conversione.

Anzi, secondo il Customer Engagement Study del 2014 di Rosetta Consulting:

“Quando i consumatori si sentono coinvolti, acquistano con un 90% in più di frequenza, spendono il 60% in più per transazione e sono cinque volte più propensi a indicare che quello sia il solo brand da cui acquisterebbe in futuro.”

In altre parole, non preoccuparsi di trattenere i propri utenti dopo la conversione non è né intelligente né efficace. Il tuo obiettivo è l’esatto contrario: coinvolgerli! L’ideale è che tornino a “bussare alla tua porta”, ad acquistare i tuoi prodotti e a promuoverti tramite i loro canali sui social media.

Ecco alcune cose che potresti fare per raggiungere il tanto ambito engagement:

  • Utilizzare i messaggi transazionali per ringraziare gli utenti per il loro ordine, confermare di aver ricevuto correttamente il pagamento e segnalare che il prodotto verrà spedito a breve.
  • Confermare i dettagli dell’ordine e informare il cliente quando il suo pacchetto è in transito. Ricordati di aggiungere dei codici di tracciamento e numeri di telefono nel caso in cui avessero domande sul loro ordine.

Basta così? Dopo questa interazione lasciamo semplicemente la conversazione in sospeso? Assolutamente no! Prendi in considerazione queste tre idee per proseguire.

Up-selling

Nella newsletter che ti mostriamo nella pagina successiva, Booking.com utilizza una tecnica chiamata up-selling. Ecco come funziona. Booking.com ti ha già venduto una delle sue camere. Hai già effettuato una prenotazione e hai quasi terminato i preparativi per la partenza. Indovina cosa succede? A quanto pare, è disponibile una camera con caratteristiche superiori per quello stesso hotel. Ed è in offerta speciale. E il messaggio che ricevi ti dice: meriti un upgrade!

È una tecnica molto astuta. Dal momento che ti stai già apprestando a viaggiare, hai già scelto l’hotel e hai già accettato le condizioni, ci sono buonissime probabilità che tu voglia pagare qualche euro in più per alloggiare in una camera più bella!

L’aspetto interessante è che questo meccanismo può essere facilmente applicato ad altri prodotti e servizi. Un portatile con specifiche superiori e con un prezzo non molto superiore? Consegna rapida a domicilio o spedizione normale? Maggiore spazio per le gambe sul tuo prossimo volo? Hai capito il concetto.


Immagine 4 E-mail di up-selling di Booking.com

Cross-selling

Il cross-selling è un’altra tecnica interessante per l’e-commerce. È simile all’up-selling, ma al posto di offrire una versione più cara di un prodotto, si offre un articolo complementare aggiuntivo. Stai acquistando un altoparlante wireless Bluetooth? Avrai bisogno di un set di batterie ricaricabili. Stai acquistando un portatile? Ti servirà una custodia, una garanzia e un antivirus. Hai capito a cosa ci riferiamo?

Il cross-selling è una pratica molto diffusa sui siti di e-commerce. Di solito è presente sulla pagina di check-out in cui all’utente viene mostrato il risparmio potenziale in caso di acquisto congiunto di tutto un pacchetto. Ovviamente, è possibile fare cross-selling anche dopo l’acquisto, inviando un’e-mail in cui si consigliano prodotti in base agli acquisti precedenti.

Un consiglio: alcuni marketer inseriscono automaticamente degli articoli aggiuntivi nel carrello dei propri utenti presupponendo che, se non sono interessati, potranno semplicemente rimuoverli prima del pagamento. Tuttavia, si tratta di un approccio un po’ controverso che sconsigliamo; non si può dare per scontato che ai clienti piacerà quell’aggiunta.
 Meglio giocare in modo pulito, mostrandosi sinceri e aperti su tutto: con questo atteggiamento, i clienti torneranno.


Immagine 5 – Cross-selling in un messaggio di conferma dell’ordine di Amazon

Immagine 6 – Corsi consigliati da Udemy

Ricevere feedback

La comunicazione post-vendita non deve necessariamente parlare di nuove vendite o di offerte speciali. Perché non approfittarne per rallentare un po’ e chiedere al tuo pubblico di darti la sua opinione?

Pensaci un attimo. Conosci il motivo per cui hanno scelto il tuo brand piuttosto che un altro? Sai se sono soddisfatti del loro ordine e se lo consiglierebbero ad altre persone? Hanno avuto difficoltà durante il processo di acquisto?

È questa la tipologia di domande che potresti rivolgere ai tuoi clienti. Non solo per conoscere le loro preferenze, ma per motivarli a tornare sul tuo sito e ottenere così una cosa molto importante nota come prova sociale.

Ascoltare il tuo pubblico non è solo un modo per mostrare che hai a cuore la sua esperienza, è anche un grande strumento di vendita. La prova sociale ti aiuta a risolvere qualunque dubbio o preoccupazione che i visitatori del tuo sito web potrebbero avere mentre effettuano acquisti sul tuo sito. Dopo aver letto le opinioni e le recensioni di altri clienti, i visitatori decidono con maggiore sicurezza se il prodotto è quello giusto per loro.

Gli esempi seguenti dovrebbero darti un’idea di come poter canalizzare il feedback inviando sondaggi via e-mail ai tuoi iscritti. Nota che i vari marchi adottano approcci diversi per generare feedback. Alcuni ricompensano gli utenti con la possibilità di vincere un premio speciale. Per altri, il fulcro è far sapere ai propri utenti che la loro opinione conta. Se non sai con certezza quale approccio funzionerebbe meglio nel tuo caso, ricordati di provare e di non smettere mai di sperimentare!

Immagine 7 – E-mail di Timberland contenente un sondaggio
Immagine 8 – E-mail di TransferWise contenente un sondaggio

Immagine 9 – E-mail di Puma con un’indagine in cui richiede agli utenti la loro data di nascita

RECUPERARE LE VENDITE PERSE

La preoccupazione numero uno della gran parte degli e-commerce sono i carrelli abbandonati. Secondo un’indagine di Statista (Marzo 2021), oltre l’80% dei carrelli per l’acquisto online viene abbandonato. Il settore Automotive detiene il triste primato dell’89,11% di carrelli abbandonati.

Ciò significa che su 10 utenti prossimi ad effettuare un acquisto sul tuo sito, più di 8 probabilmente se ne andranno senza pagare.

Ovviamente si tratta solo di una media, ma comunque non è una media favorevole. Se questa descrizione ti risulta familiare, soffermati sulle micro e sulle macroconversioni e accompagna i tuoi utenti dalla pagina iniziale alla pagina di conferma del pagamento. Può sembrare difficile, ma anche in questo può aiutarti la marketing automation, nei tre modi che ti descriviamo di seguito.

Pop-up di uscita con un incentivo

Secondo uno studio di Statista (2019), ci sono molti motivi per cui gli acquirenti online abbandono un processo di acquisto senza pagare.

Nel grafico di cui sopra, puoi analizzare alcune delle ragioni principali:

  • I costi di consegna si sono rivelati più alti del previsto.
  • Hanno solo comparato i prezzi.
  • Il prodotto era esaurito o hanno cambiato idea circa l’acquisto.

Non è solo la strategia di fissazione dei prezzi a causare gli alti tassi di abbandono dei carrelli. In molti casi, è la mancanza di chiarezza nelle comunicazioni.

Ci sono due modi per affrontare il problema dei “costi nascosti”.

Innanzitutto, essere chiari sul prezzo sin dall’inizio. Semplicemente questo, nessuna formula particolare segreta. Informali di tutti i costi sin dall’inizio, prima di far perdere loro tempo ed energie. Fidati, te ne saranno grati.

La seconda tecnica consiste nel bloccarli giusto prima che se ne vadano. Mostra una finestra pop-up per indurli a pensare per un momento: voglio davvero uscire da questa pagina? Ma non puoi semplicemente rivolgere questa domanda senza dare nulla a cambio, li seccherebbe. Mostra invece qualcosa di interessante e convincente.

Cosa potrebbe convincere i tuoi visitatori a ripensarci e a non abbandonare il tuo sito? Magari uno sconto, la spedizione gratuita o un codice promozionale? Se non sei in condizione di offrire facilmente questi vantaggi, prova a farglieli guadagnare a partire da una certa spesa, es. spedizione gratuita per ordini superiori a 50 euro. In questo modo tu riesci a trattenere quei clienti e loro sentono di averci comunque guadagnato qualcosa. A tutti piace ricevere una ricompensa dopo aver fatto uno sforzo.

Tuttavia, se senti che le tue offerte siano già impareggiabili così come sono, va bene lo stesso! Magari prova a dire ai tuoi visitatori che se effettuano l’iscrizione, riceveranno aggiornamenti costanti e l’accesso immediato alle migliori offerte.

Pensa al valore del tuo cliente; non solo alla singola transazione, ma a tutto il Customer Lifetime Value (CLV), ovvero al suo valore per la durata complessiva del vostro rapporto. Anche se guadagni poco su un singolo ordine, il tuo profitto complessivo sarà maggiore se gestisci la relazione dopo il primo acquisto. Fai in modo che ti lascino la porta aperta e quindi continua a convincerli e coinvolgerli con contenuti di valore.

E-mail carrelli abbandonati

La soluzione più popolare per recuperare le vendite perse sono le e-mail per i carrelli abbandonati. Se non hai ben presente di cosa si tratta, immaginale come un metodo per riportare alla cassa quei visitatori che erano interessati e che poi si sono persi. Interessante, vero? Ebbene sì!

Le e-mail per i carrelli abbandonati sono un ottimo modo per rientrare in contatto con quegli acquirenti che hanno abbandonato il tuo sito per motivi di scarsa rilevanza, ovvero non per una ragione negativa importante, come dei costi imprevisti o un’interfaccia poco intuitiva.

Non tutti gli utenti lasciano un sito web perché sono arrabbiati con il marchio. Alcuni abbandonano i carrelli semplicemente perché sono stati interrotti da qualcosa che è accaduto nel mondo reale, magari hanno ricevuto una telefonata dal partner o il loro cane sta abbaiando perché è l’ora della passeggiata.

Queste persone non sono affatto arrabbiate con te. E probabilmente non hanno cambiato idea sul tuo prodotto. Si saranno semplicemente dimenticate di rientrare sul tuo sito.

Sono proprio queste le persone che devi provare a recuperare. Puoi aiutarle mostrando loro che i prodotti che avevano selezionato sono ancora lì al sicuro nel loro carrello online. L’unica cosa che devi fare è mandare loro un messaggio (o ancor meglio una serie di messaggi) per indirizzarli.

Le e-mail per i carrelli abbandonati danno buoni risultati perché sono:

  • Molto rilevanti: mostrano i prodotti che l’utente già stava consultando
  • Tempestive: vengono inviate poco tempo dopo l’esecuzione dell’azione da parte dell’utente

In più, colgono l’attimo. Se un utente ha lasciato un articolo nel suo carrello, vuol dire che in quel momento era predisposto a un acquisto. Adesso ha solo bisogno di una piccola spinta per fare l’ultimo passo.

Ecco come potrebbe essere un buon processo di retargeting per carrelli abbandonati. Suddividi il tuo messaggio principale in una serie di 2-3 messaggi. Invia la prima e-mail nelle due ore successive all’uscita dell’utente dal tuo sito, la seconda dopo 24 ore e l’ultima 3-5 giorni dopo. Come puoi leggere in questo articolo, è un tipo di strategia utilizzata con successo da marchi come Dot & Bo.


Immagine 10 – E-mail per carrello abbandonato di Bonobos. Fonte: Reallygoodemails.com

Retargeting tramite annunci di ricerca e display

Un altro strumento efficace per ridurre il tasso di abbandono dei carrelli è l’utilizzo degli annunci display e di ricerca. Proprio come per le e-mail sui carrelli abbandonati, lo scopo di questi annunci è riportare gli utenti sul loro carrello. La differenza è che invece di inviare e-mail, si pubblicano annunci su canali social media, browser, app e altri siti web.

Quando crei annunci di retargeting, pensa a quello che già sai sul tuo pubblico e sul suo comportamento. L’utente ha abbandonato l’acquisto al primo o al quarto passaggio del processo di check-out? Quali microconversioni hai osservato nel mentre? Queste informazioni ti possono aiutare a formulare il miglior messaggio possibile.

Nei tuoi annunci, potresti inserire uno dei seguenti messaggi:

  • Menzionare che quei prodotti potrebbero terminare a breve
  • Il numero specifico di articoli rimasti in stock
  • Ricordare che se effettuano l’ordine subito, riceveranno il prodotto prima di una data particolare, ad esempio Natale
  • 10% di sconto se effettuano subito l’ordine
  • Consegna gratuita dell’ordine
  • Un coupon con un’offerta speciale per gli ordini effettuati nelle 12 ore successive

Vale la pena segnalare che il retargeting non deve necessariamente avvenire tramite Google AdWords o Bing Ads. È possibile usare molte altre piattaforme, ad esempio con annunci social su Facebook, Twitter o Instagram. Esistono anche delle piattaforme di retargeting molto utili, come AdRoll, che possono aiutarti a potenziare le tue iniziative di retargeting.

GESTIRE LE RELAZIONI

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: l’e-commerce va ben al di là di una singola transazione. Vale un po’ lo stesso discorso del calcio: non importa la singola partita, ma l’intera stagione. E le stagioni dell’e-commerce durano mesi o persino anni.

Per questo, quando non ti occupi delle vendite immediate, è buona idea dedicare il tuo tempo ad occuparti di gestire le relazioni con i tuoi utenti. A coinvolgerli. A ricoinvolgerli. A conoscerli di più. A interagire con loro in modo diretto e personale. A cercare di capire cosa vogliono e come soddisfare le loro esigenze.

Quando usi la marketing automation, vai al di là degli aspetti più ovvi. Scava più a fondo e scegli una o tutte le tattiche che ti mostriamo di seguito per occupare la prima posizione al termine della stagione.

Campagne di reengagement

I clienti si addormentano, in senso letterale e figurato. Anche se dicono di amare i tuoi prodotti, potrebbero facilmente perdersi uno dei tuoi messaggi, magari anche ben più di uno. Potrebbero essere occupati, stare viaggiando per il mondo o essere impegnati in un progetto complicato. O magari potrebbero non ricevere affatto i tuoi contenuti, chi lo sa?

È a questo che servono le campagne di reengagement. In altre parole, hai bisogno di un programma di comunicazione per quegli utenti che smettono di interagire con i tuoi contenuti.

In questi casi le e-mail e gli SMS sono ideali. Ti basterà analizzare i dati nel tuo CRM o ESP e individuare quei clienti che negli ultimi 90 giorni circa non hanno effettuato alcuna azione e studiare come riconquistarli.

Un’offerta lampo può essere una buona strategia. Ti riportiamo alcuni esempi qui accanto. E se non funziona… beh, ce ne faremo una ragione. Non hai bisogno di un database molto esteso per far crescere il tuo business, ma di clienti coinvolti. Anzi, con un eccesso di dati potrebbe essere più difficile soffermare la tua attenzione sui clienti più coinvolti.

Immagine 11 – E-mail di reengagement di Sevenly
Immagine 12 – E-mail di reengagement di Hostelworld

Segmentazione

Sicuramente l’avrai già sentito dire prima: nel marketing, la chiave è la customer experience. È mettere i tuoi utenti al centro, con un approccio personale. È questo il futuro del marketing online.

Osserva di nuovo le statistiche sui carrelli abbandonati che abbiamo riportato prima. Credi che alla maggior parte degli utenti interessi da chi comprare un prodotto, se da te o da qualcun altro? Risposta esatta: no! A meno che tu non riesca a differenziarti e ad offrire qualcosa che vada al di là di un semplice prodotto.

Perché Apple, Coca-Cola e Starbucks riescono a distinguersi dalla massa? Perché offrono un’esperienza irripetibile, non solo un prodotto. Per posizionare il tuo business non come un semplice fornitore di beni ma come qualcosa di più, sforzati di comprendere il tuo pubblico e di soddisfare
le sue esigenze.

Nelle tue campagne di marketing automation, pensa al tipo di clienti a cui ti rivolgi: le tipiche buyer persona. Stanno acquistando per la prima volta? Sono acquirenti navigati che hanno già comprato prodotti simili
in passato? O magari un pubblico più atipico, come una persona che acquista grandi volumi di un prodotto?

Adesso pensa alle loro esigenze. Avranno le stesse preferenze? La stessa offerta susciterà in tutti loro il desiderio di acquistare assolutamente quel prodotto? Avrai capito già il tipo di domande da porti.

La migliore strategia che puoi adottare per mantenere la tua competitività nel lungo periodo consiste nell’evitare la concorrenza dei prezzi e soffermarti piuttosto sulla segmentazione dei tuoi dati e sulla personalizzazione dei tuoi contenuti. Una comunicazione personale e mirata non è solo possibile, ma anche piuttosto facile se utilizzi la marketing automation nel modo giusto.

Tra gli strumenti più utili ai fini della segmentazione troviamo lo scoring e il tagging. Puoi assegnare tag diversi a utenti diversi in base, ad esempio, ai loro dati demografici o al loro comportamento. Allo stesso modo, puoi assegnare punti in base alle attività svolte e sottrarli se non si eseguono attività.

Con questi strumenti, puoi identificare:

  • Gli utenti coinvolti che seguono il brand e la sua comunicazione
  • I clienti che acquistano prodotti premium
  • I clienti potenziali più motivati e predisposti a prendere una decisione di acquisto, così da farli contattare dal tuo team vendite
  • I clienti potenziali a cui inviare indicazioni sulle tue offerte
  • I clienti fedeli che hanno smesso di rispondere alle tue comunicazioni

Per utilizzare i tag e il lead scoring in modo efficace, devi innanzitutto sistematizzarli. Pensa alle informazioni e ai comportamenti che hanno più rilevanza per te e quindi assegna un valore a ciascuno di essi. Aprire un’e-mail di benvenuto potrebbe valere un punto? Fare clic per accedere alla tua pagina dei prezzi potrebbe valerne cinque? Tutto dipende dal tuo business e da come decidi di impostarlo.

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Numero di e-mail aperte1-10
Materiali scaricati1-10
Ha partecipato in un concorso1-10
Iscrizione proveniente da: Facebook1-10
Iscrizione proveniente da: sito web1-10
Numero di pagine visitate1-10
Numero di pagine chiave visitate1-10
Contatto con il team di assistenza: via chat1-10
Contatto con il team di assistenza: via telefono1-10
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L’utente non apre alcuna e-mail da almeno 30 giorni1-10
L’utente non visita il negozio da almeno 30 giorni1-10
Indirizzo e-mail: dominio gratuito1-10
L’utente non ha fornito dettagli nel suo account1-10
L’utente non ha effettuato nessun ordine negli ultimi 30 giorni1-10
L’utente ha annullato la sua iscrizione alla newsletter1-10

Immagine 13 – Esempio di sistema di lead scoring

Monitoraggio traffico web

Il tuo viaggio verso una comunicazione più personale con i tuoi utenti deve tenere conto di ciò che accade sul tuo sito. Per capire il tuo pubblico, analizza attentamente cosa, come e perché i tuoi visitatori agiscono in determinati modi sul tuo sito web. Solo così potrai indirizzarli verso le pagine e le sezioni che vuoi che vedano assolutamente. Gestisci e analizza ogni singolo passo, ogni scroll, ogni movimento del mouse e ogni clic, con l’obiettivo di rendere il processo che li porta dalla pagina di accesso fino a quella di conferma del pagamento quanto più agevole e scorrevole possibile.

Tuttavia, nel monitoraggio del traffico web non conta solo analizzare cosa fanno gli utenti su ogni pagina, ma anche e soprattutto agire di conseguenza.

A seguito del monitoraggio, ad esempio, potresti decidere di modificare il design della pagina e di ottimizzare l’intero processo. È sicuramente l’approccio migliore, anche se può essere lungo. Inoltre, se la tua pagina non ha traffico sufficiente per poter eseguire test statisticamente significativi,
l’analisi si complica ulteriormente.

Un altro metodo consiste nell’inviare messaggi pertinenti e tempestivi. Qualcuno sta visitando la tua pagina dei prezzi? Qualcuno sta guardando uno dei tuoi tutorial introduttivi? Perché non entri in contatto con quella persona per offrirle aiuto? Potresti mostrare contenuti pertinenti, come un whitepaper, o magari inviare un link a una pubblicazione del blog o una presentazione individuale online; non faresti del male a nessuno e non richiederebbe chissà quale sforzo.

Se pensi che sia un po’ troppo, chiedi semplicemente di darti la sua opinione. Chiedi se ha bisogno di aiuto o se ha qualcosa da segnalarti. Mostrati disponibile e non invadente. Se questa strategia funziona per marchi come Technology Advice, è probabile che funzioni anche per te.

OTTIMIZZAZIONE DELLE CONVERSIONI

Nel realizzare una campagna, tutti sperano di poterne trarre grandi risultati. Anzi, molti di noi ci aspettiamo che, con il passare del tempo, gli effetti prodotti da quella campagna vadano anche migliorando o, nel peggiore dei casi, che restino immutati. Purtroppo, però, nella maggior parte dei casi non è facile raggiungere questo obiettivo se non ci si sforza un po’. E quando diciamo un po’, intendiamo molto.

Per raggiungere grandi risultati nel tempo, devi prestare costantemente attenzione agli elementi migliorabili della tua campagna. Devi analizzare e ottimizzare i tuoi canali di comunicazione e i tipi di messaggi che invii.

Per comprendere questo processo, parti dal presupposto che la campagna perfetta o il design perfetto non esistono. C’è sempre un margine di miglioramento.

In più, ricorda che non basta che le tue campagne piacciano a te. Devono piacere ai tuoi clienti e riuscire a intrigarli.

Quindi, se vuoi puntare davvero in alto, pensa a vari scenari, varie idee e soluzioni e mettile via via alla prova. Testa ogni singola ipotesi e verifica se quello che avevi in mente è stato compreso dal tuo pubblico. È stata ben recepita o ignorata? Lo scoprirai dopo aver effettuato i test.

Utilizza un software di A/B testing e crea dei workflow di automatizzazione basati sulle analisi e sui dati scientifici, non sulle tue sensazioni o supposizioni. Confronta vari tipi di messaggi (testo normale o design HTML), tone of voice (formale o informale), lunghezza dei moduli di iscrizione, design della landing page, e così via.

CONCLUSIONE

A questo punto, dovresti aver capito due cose:

  • Perché dovresti includere campagne di marketing automation nella tua attività di e-commerce
  • Come configurare delle campagne efficaci per garantirti una crescita continua senza correre rischi inutili

Adesso è il momento di utilizzare le competenze acquisite e agire. Analizza le tue campagne attuali e valuta dove puoi implementare la marketing automation per ottenere risultati migliori. Passa poi a ritoccare qualcosa, effettua test e vedrai con i tuoi stessi occhi che il tuo business può essere gestito in maniera molto più efficiente.

Inizia creando il tuo account gratuito su GetResponse e prova gratis per i primi 30 giorni i flussi di marketing automation già pronti presente nella piattaforma.

Quando sei pronto, puoi fare l’upgrade al piano a pagamento più adatto alle tue esigenze ed iniziare ad inserire la marketing automation nelle tue attività di marketing. Il piano più economico costa meno di 15 Euro al mese.

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